IL tema:
L’UNESCO ha iscritto la Dieta Mediterranea nella lista del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità definendola “un insieme di competenze, conoscenze, riti, simboli e tradizioni, che vanno dal paesaggio alla tavola. Nel bacino del Mediterraneo, tutto ciò coinvolge le colture, i raccolti, la pesca, l’allevamento degli animali, la conservazione, la trasformazione, la preparazione e, in particolare, la condivisione e il consumo di cibo. La sua unicità, determinata dalle caratteristiche climatiche e geografiche del bacino del Mediterraneo, ne fanno uno stile di vita decantato nell’ambito degli spazi culturali, delle manifestazioni e dei momenti di aggregazione che la vedono protagonista indiscussa. Tali spazi ed eventi diventano un ricettacolo di gesti all’insegna del riconoscimento e del rispetto reciproco, dell’ospitalità, delle relazioni di buon vicinato, della convivialità, della trasmissione intergenerazionale e del dialogo interculturale. Essi offrono lo spunto per condividere il presente e delineare il futuro. Così facendo, queste comunità ricostruiscono il loro senso di identità, appartenenza e continuità, che le pone nella condizione di riconoscere questo fattore alla stregua di un elemento essenziale del patrimonio culturale immateriale che le accomuna”, riconoscendo nei territori di ogni Stato il ruolo delle Comunità emblematiche (in Italia Pollica-Cilento) nell’implementazione delle misure di salvaguardia dell’elemento; tratto da “La Carta dei Valori della Dieta Mediterranea UNESCO”
Siamo davvero programmati per la velocità?
Viviamo in un mondo veloce, dove il tempo sembra via via
contrarsi: continuamente connessi, chiamati a rispondere in tempi
brevi a e-mail, tweet e sms, iper-sollecitati dalle immagini, in una
frenesia visiva e cognitiva dai tratti patologici. Dimentichiamo così
che il cervello è una macchina lenta e, nel tentativo di imitare le
macchine veloci, andiamo incontro a frustrazioni e affanni.
Un invito a scoprire i vantaggi di una civiltà dedita alla riflessività e
al pensiero lento.
tratto da “Elogio della Lentezza” di Lamberto Maffei
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